Tutto tranne Gramsci
Crediti
liberamente ispirato a “Le donne di casa Gramsci” di Mimma Paulesu Quercioli.
con Marta Proietti Orzella – In video Renata Manca
regia Susanna Mameli
contributo video Emanuela Cau
produzione Anfiteatro Sud
La trama
In scena c’è Teresina, la più piccola delle sorelle Gramsci, forse la preferita, quella con cui Antonio ha condiviso molti momenti della sua infanzia.
È lei che, donna fatta, ci restituisce questa parte della storia. Quella di lei bambina e delle sue sorelle e fratelli che ancora non sanno e non avvertono lo strano destino che incombe sulla Famiglia.
È un omaggio alla figura della Madre di Antonio Gramsci – una sorta di “madre courage” a tutti gli effetti – che di fronte alle più grandi avversità si rimbocca le maniche e lavora, s’impegna caparbiamente, fino in fondo. È anche la voglia di raccontare un Antonio meno conosciuto.
’occasione d’interrogarsi su quanto la vita di un uomo sia stretta intessuta alla vita degli altri tanto da esserne il riflesso, l’estensione, il proseguimento nei gesti, negli ideali, nelle aspettative.
Questa vita impastata di relazioni, privazioni, disavventure, e struggimenti onirici - fanno delle sorelle di Antonio e di sua madre - dei varchi verso il mondo, delle strade da percorrere per rompere l’isolamento del carcere e mantenere il legame verso la sua terra. Teresina, ci regala un Antonio bambino che fragile e determinato coglie le sfide del destino senza esitazioni. E le donne di casa, lo sostengono e lo amano fino al termine dei suoi giorni.Note di regia
Perché Antonio Gramsci.
Questo progetto ha radici lontane, della figura di Antonio Gramsci sono sempre stata curiosa, e realizzando rassegne teatrali e progetti culturali ho spesso inserito spettacoli, seminari di approfondimento dedicati alla sua figura. Da qui, io stessa ho deciso che volevo approfondire questa conoscenza e ho iniziato a studiare e a conoscere Gramsci, così sono poi giunta a una prima versione di questo lavoro realizzata con 12 attori, in seguito ho completamente riscritto questo spettacolo, per una bravissima attrice Marta Proietti, accompagnata nel ruolo della madre dalla straordinaria Renata Manca.
Volevo semplicemente consegnare la figura di Antonio Gramsci a coloro che non lo conoscono affatto; sapevo che per alcuni Gramsci, era solo il nome di una via o una piazza, quindi con questo lavoro desideravo che conoscessero le sue origini e rimanessero incuriositi e avessero voglia di approfondire e sapere qualcosa di più su quest’Uomo straordinario, ancora oggi così moderno e attuale da non potersi lasciare incarcerato nei libri che molti non leggono più; Un Uomo da raccontare e conoscere nelle pieghe della sua grande umanità oltre che del suo grande carattere che ha dato un contributo decisivo alle discipline più varie: filosofia, politica, sociologia, giornalismo, storia, etica ecc…
Parlando con i ragazzi e ragazze più giovani, dico loro che Antonio Gramsci è il nostro Nelson Mandela, e che la forza che viene emanata da queste rare e luminose personalità non smette di splendere e continuare a dare a tutti noi grandi insegnamenti.
Lo spettacolo si concentra particolarmente sugli anni vissuti in Sardegna, e credo fermamente che abbiano costituito la base formativa attraverso cui Antonio Gramsci ha smontato e ricomposto il “Mondo” nelle varie discipline in cui si è cimentato. La Sardegna ha rappresentato il metro e la misura il contrasto giusto per conferire ai suoi studi e riflessioni una dimensione globale.
Questo è uno spettacolo tutto “al femminile” perché sono le voci della madre, Peppina Marcias e le sorelle e in particolare, Teresina che ci restituiscono la mappa di questa imponente figura storica. E’ anche un mio personale tributo alla figura della “Madre” in Sardegna. Donne forti e di grande carattere, caparbie, orgogliose e grandi lavoratrici, capaci d’inventarsi ogni cosa pur di non farsi tradire dalle incursioni fatali del destino. Donne che lottano con grande compostezza, e mute si spengono senza voler ricevere nemmeno un Grazie, da chi hanno servito fino al loro ultimo respiro. A queste madri, che tengono su il mondo in silenzio, dedico il mio “Gramsci”.
Susanna Mameli.
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